Aprile 18, 2024

Cefalea Tensiva, Emicrania e Fattori di Rischio Muscolo-Scheletrici

  • Chi soffre di Emicrania e Cefalea Tensiva
  • Cefalalgici: equilibristi moderni
  • Tanti fattori influenti
  • Cervicale e Mandibola: fattori di rischio da valutare sempre
  • In sintesi

 

Chi soffre di Emicrania e Cefalea Tensiva

La cefalea tensiva e l’emicrania senz’aura sono disordini neurologici complessi e multifattoriali. Non esiste una causa unica ma numerosi fattori contribuiscono al loro sviluppo in base a caratteristiche di predisposizione genetica e suscettibilità individuali.

C’è una notizia positiva: il tuo sistema nervoso non è malato. Non c’è nessuna lesione in testa, nessun batterio o virus malefico. Il tuo sistema nervoso tende per natura a percepire certi stimoli in modo anomalo e amplificato in base al livello di disequilibrio omeostatico in cui si trova in un certo momento e all’intensità dell’ esposizione stimolatoria.

La cefalea e il sistema nervoso centrale hanno rapporti particolari.

Alla base del dolore alla testa che caratterizza un attacco di cefalea tensiva o di emicrania c’è sempre un’infiammazione di specifici neuroni del sistema nervoso periferico o centrale.

Generalmente chi soffre di emicrania ha alle spalle una storia lunga che inizia quando si era ancora bambini e con qualcuno in famiglia che ne soffriva – la mamma, la nonna, la zia, il papà. Oppure una storia recente nel bel mezzo di quell’età dai 20 ai 45 in cui la vita lavorativa e sociale nonché affettiva è in piena. Sono storie di alti e bassi continui, e molto spesso sono storie di donne. Racconti di sintomi ingovernabili in cui la sensazione di fitta pulsante sulla tempia o “dentro l’occhio”, la nausea, il vomito, lo scombussolamento generale e tanti altri fenomeni mettono ko anche atleti e supereroi. Sono storie molto personali, un fiume di incomprensioni e rabbia, di disabilità e rinunce, di dolore e buio.

C’è chi parla di cervello emicranico come di un cervello speciale, a cui madre natura ha conferito per ragioni di sopravvivenza ed evoluzione della specie il “dono” dell’iper-attenzione o iper-vigilanza. Un cervello sempre vigile a tutto ciò che accade intorno e dentro di sé. Un cervello che come un radar riceve tutto senza filtrare nulla. Un cervello “semper paratus” cioè sempre reattivo alle sollecitazioni dell’ambiente circostante.

Il cervello delle persone con queste caratteristiche si comporta come una torre di controllo aeroportuale, attiva 24/24h, senza turni di riposo. Insomma neuroni col turbo, tanto potenti quanto fragili. Un impianto in grado di amplificare e distorcere suoni e melodie con la potenza e il rimbalzo sonori di un concerto hard rock o heavy metal. Questo poteva funzionare bene ai tempi della giungla o nell’antichità. Oggi, nelle nostre città, con i nostri ritmi di vita, i numerosi impegni di famiglia e lavoro, con le nostre turbe pisco-emotive, le distrazioni e le necessità, e via dicendo, questo “dono” è diventato una catena che imprigiona, stretta e fredda.

Nella cefalea di tipo tensivo gli stress psico-emotivi e le disfunzioni neuro-muscolari come i trigger points miofasciali giocano un ruolo chiave. La sensazione di cerchio alla testa, di “casco” che opprime e stringe, che pesa come un mattone, non risparmia nessuno. Schiaccia il corpo e soffoca l’anima.

E’ stato calcolato che almeno una volta nella vita chiunque sperimenta i sintomi di un’emicrania o di una cefalea tensiva. I periodi liberi e sereni, “senza cefalea”, possono essere molto rari per le persone affette e la qualità della vita veramente bassa. Ecco perché ci si batte per il riconoscimento nazionale di malattia sociale. C’è chi fa il diario al contrario, cioè fa prima a contare e scrivere i giorni liberi che quelli con mal di testa. Del resto tutto ciò lo conosce bene solo chi ce l’ha la cefalea, o chi ci vive insieme o i clinici che visitano queste persone. Per capire meglio o avere consigli basta seguire le testimonianze di alcuni gruppi seri su facebook come Ho mal di testa o Emicrania Ass. Ticino.

Cefalalgici: equilibristi moderni

I cefalalgici tensivi e gli emicranici sono fondamentalmente degli equilibristi. La vita in generale è un gioco di disequilibri e recuperi dinamici, temporanei. Nei cefalalgici questa “giostra” gira più veloce e le cadute son più facili e frequenti. Persone che soffrono di emicrania o cefalea tensiva, stanno bene finchè riescono a bilanciare, giorno dopo giorno, le richieste funzionali e le performances del proprio sistema nervoso con i fattori perturbanti interni o esterni della vita quotidiana. Quando le sollecitazioni di uno o più fattori aumentano di intensità o di frequenza, e quando il loro sistema nervoso, già “per natura” particolarmente incline all’irritazione, si trova in una fase di aumentata sensibilità, ecco che l’equilibrio precipita e arriva l’attacco.

Non necessariamente le sollecitazioni devono essere realmente dannose o pericolose. Anche stimoli “normali” come le variazioni di calibro dei vasi sanguigni possono diventare provocativi per un sistema nervoso facilmente alterabile. Una giostra ciclica dunque, fatta di attese e sofferenze, coraggio e delusioni, incomprensioni e limitazioni. Molte persone affette da questi disordini neurologici – la cefalea tensiva è quello più diffuso al mondo, l’emicrania è il terzo dopo le carie dentali – quando raccontano la loro storia e arriva il momento di descrivere i trattamenti effettuati, molto spesso “sorridono” e dicono: “le ho provate tutte”, “ho fatto di tutto”, “non ce la faccio più”. Se il clinico incalza e chiede ulteriormente di parlarne ecco che generalmente comincia la confessione a cascata di esperienze di ogni tipo: esami, indagini di laboratorio, test, rimedi alternativi, spiegazioni causa-effetto di ogni sorta e così via. E il risultato generale è sempre lo stesso: una gran delusione che alimenta la sfiducia, la rabbia e aumenta tutto quel cumulo di negatività che piano piano ingloba la testa e l’anima, peggiorando ogni cosa.

E qui noi clinici dobbiamo farci un bel mea culpa perché i primi responsabili siamo noi quando non ci aggiorniamo, ci lanciamo in spiegazioni causa-effetto errate e complesse, quando sentenziamo e comandiamo l’adesione a percorsi terapeutici “secondo me”, molto spesso senza neanche più toccarle “cum manu” queste persone. Per fortuna oggi, ci sono aiuti efficaci a patto che le condizioni cliniche siano ben inquadrate da personale specializzato e la strategia terapeutica studiata ad hoc.

 

Tanti fattori influenti

Oggi sappiamo che l’emicrania e la cefalea tensiva sono disordini neurologici caratterizzati da processi neuronali inclini “per natura” a un funzionamento alterato nonché ad un adattamento in senso pro-nocicettivo. Con questa espressione si vuol intendere che ogni stimolazione, realmente pericolosa o normale ma percepita come dannosa, può, in un determinato momento (fase dello squilibrio), costituire una provocazione irritativa per il sistema nervoso, renderlo più sensibile ed eccitabile a stimoli successivi, e innescare delle reazioni infiammatorie che portano alla precipitazione di un attacco. Negli emicranici l’attività dei mitocondri (cioè le stazioni energetiche cellulari) è ridotta.

Inoltre sono stati osservati sia un accumulo di lattati che alterazioni della plasticità neuronale associati a bassi livelli di alcuni neurotrasmettitori serotonina e GABA responsabili delle esperienze piacevoli (comunemente detti gli “ormoni della felicità”). Per questo motivo, ad esempio, un’analisi delle abitudini alimentari e la prescrizione di una Dieta Chetogenica negli emicranici può essere una strategia terapeutica fondamentale. E i risultati di tale possono essere molto positivi in termini di riduzione della frequenza, durata e intensità degli attacchi. Anche i disturbi cervicali (la famosa “cervicale”) o della mandibola o della visione o del sistema vestibolare possono costituire fattori di rischio “perturbanti” o facilitanti l’irritazione nervosa e la precipitazione degli attacchi. Nelle cefalee tensive gli aspetti emotivi e le alterazioni del tono muscolare giocano un ruolo molto importante da considerare sempre e su cui intervenire.

Cervicale e Mandibola: fattori di rischio muscolo-scheletrici da valutare sempre!

I fattori di rischio sono tutti quelli che possono favorire lo sviluppo di un terreno fertile per l’insorgenza di attacchi di mal di testa. Oggi sappiamo che i disturbi cervicali e temporo-mandibolari sono spesso in comorbidità con la cefalea tensiva e l’ emicrania. Sono dunque disturbi associati, presenti contemporaneamente.

Questi problemi cervicali e temporo-mandibolari sono tra i principali fattori di rischio per l’emicrania cronica e la cefalea di tipo tensivo perchè sono in grado di facilitare l’irritazione del sistema nervoso, periferico e centrale, peggiorando la frequenza, la durata, l’ intensità e sopratutto la disabilità degli attacchi. Dunque favoriscono la cronicizzazione dei sintomi e la resistenza ai farmaci. In alcuni casi e per alcune persone, la cervicale e mandibola possono agire come fattori stressor in grado si irritare il sistema nervoso e prepare il terreno all’azione provocatoria di altri fattori. In altri casi possono agire direttamente loro come fattori trigger , cioè in grado di facilitare un attacco quando la già alterata sensibilità del sistema nervoso è ai limiti o superata.

I disordini cervicali o mandibolari agiscono come la “goccia” che nel tempo ti “snerva” (fattore stressor) o che fa “traboccare il vaso” (fattore trigger), cioè supera la capacità di tolleranza del tuo cervello in un determinato delicato momento e avvia l’innesco dei processi infiammatori.

Se hai ricevuto una diagnosi di cefalea di tipo tensivo o emicrania senz’aura, assicurati di ricevere anche un’accurata valutazione muscolo-scheletrica della funzionalità muscolare e della mobilità delle articolazioni cervicali o temporo-mandibolari. C’è un’alta probabilità che questi problemi siano presenti e che influenzino la tua cefalea!

E’ un tuo diritto ricevere questa valutazione! Ed è un nostro dovere eseguirla! Presso uno studio del network della Clinica del Mal di Testa, puoi sapere subito, con una valutazione manuale, specifica e veloce in mani esperte, quali disturbi cervicali influenzano negativamente la tua cefalea e puoi capire cosa fare per stare meglio!

Nel caso della cefalea tensiva, ad esempio, la presenza di trigger points miofasciali “irritativi” è sicura al 100% e i miglioramenti sono notevoli con la terapia manuale!

 

In sintesi

Cervicale e mandibola sono importanti e quando sono presenti questi sintomi e segni devi ricevere una valutazione muscolo-scheletrica che è di fondamentale utilità e aiuto!

Individuare e ridurre con la terapia manuale le interferenze irritative miofasciali e articolari presenti a livello cranio-cervicale o mandibolare è fondamentale per ridurre il livello di sensibilizzazione del tuo sistema nervoso, per migliorare la tua capacità di movimento, per ricondizionare al meglio la tua esperienza percettiva, le tue convinzioni e la capacità di carico dei tuoi tessuti.